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A Gemmano con Luciano Colombari - 15 maggio

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Neanche il tempo di terminare (sempre il 15 sera) l'intervento a Saludecio che mi devo rimettere in macchina e correre a Gemmano. Luciano Colombari (per gli amici "Emer") presenta la sua "Lista per lo Sviluppo".

So che a Gemmano la situazione non è delle più semplici. Quello che, da sempre, ha rappresentato un serbatoio di voti per il "fu" PCI (con percentuali bulgare) sta vivendo un momento di tensione. L'avversaria (Edda Negri) di Luciano pare sia sostenuta da qualche "ex compagno" deluso.

La battuta (facilissima, ma tristemente vera) che qualche nipotino di Stalin ora tuba con la nipotina del Duce non è affatto fuori luogo. E un triste segno dei tempi che viviamo, in cui "IO" vale più di "NOI".

Arrivo a Gemmano alle 22.00 ed entro in una sala (quella di fronte al Comune) gremitissima (segue considerazione finale) e mi trovo Luciano - che conosco da 5 anni come ragazzo serio e pacato - in maniche di camicia che arringa l'uditorio tuonando contro le "serpi che la sua giunta aveva in seno" (applausi scorscianti). Una grinta inaudita: quella che, normalmente, tirano fuori le persone oneste come Luciano a fronte delle ingistizie subite. E avere i "compagni" di un tempo dall'altra parte fa decisamente male (peraltro: neanche il coraggio di metterci la faccia personalmente. Penoso).

Detto questo: anche qui si è parlato di programmi, proposte per il paese, progetti (comuni) per il futuro. Sapevo che Luciano è uno che nell'unione e azione comune ci crede, ma sentirlo dire con quella grinta e vedere un gruppo così unito e motivato (conscio che la sfida sarà difficile e senza esclusione di colpi bassi...) è sempre bello.

Sarà un vero piacere aiutare, per quanto potrò, Luciano nella sua battaglia - mi auguro vincente. La Valconca ha bisogno di persone serie e oneste. E Luciano è una di quelle.

Nel mio intervento ho tenuto a sottolineare l'impegno che dovremo (tutti) profondere per la messa in rete dei nostri prodotti e produttori di eccellenza. Ho rimarcato il fatto che le nostre comunità non possono permettersi un'urbanizzazione selvaggia (avete presente i crinali di Saludecio persi per sempre ?) e un aumento indiscriminato della popolazione senza il contemporaneo adeguamento dei servizi. Costruire meno, costruire meglio e adeguare i servizi.

Non possiamo scaricare sulle nostre comunità il costo sociale di un aumento demografico legato alle necessità di cassa degli Enti. Non è giusto per chi già abita i nostri paesi e non è giusto per chi ci viene ad abitare. Sono, ovviamente, per l'accoglienza e l'integrazione (a Mondaino siamo decisamente "avanti" su questo versante), ma non a prescindere e non a tutti i costi. La stabilità delle nostre comunità, la bellezza del territorio (il nostro "Oro Verde") vengono decisamente prima.

Sfizioso e acceso anche il dibattito successivo tra la serietà dei temi e la goglierdia di candidati e intervenuti. Insomma, anche a Gemmano c'era da divertirsi, il 15 maggio.

Tornerò a Gemmano sicuramente il primo di giugno (ci sarà un bell'evento di Piazza in località Villa): con me anche Stefano Vitali, a sostegno del grande Emer.

Considerazione finale (come promesso): 100 persone incontrate in una sera. C'è una grande volgia, da parte di tutti di capire cosa ne sarà dei nostri comuni e deinostri giovani. Viviamo in tempi di grandi incertezze e "la gente" da noi amministratori e candidati si aspetta risposte serie, concrete e l'indicaizone di come "uscire" dalla crisi che viviamo.

Di qui la grande attenzione e partecipazione dei cittadini. Non è questione di destra o sinistra: qui, verametne, occorre assumersi l'onere di traghettare il nostro territorio fuori dalle secche della situazione di difficoltà che viviamo. Promettere miracoli (o ciò che si sa bene di non poter mantenere) non funziona più e comunque non è serio.

Sta a noi farci interpreti di questa esigenza e "governare" questa difficile fase.

E, come sperano a destra, non sarà San Silvio a salvarci e non sarà San Silvio a salvare loro, che hanno scelto la strada di un assordante silenzio e vuoto programmatico contando su un traino nazionale per conquistare qualche Comune o una Provincia che (dicono) comunque vogliono abolire.

Certo, per vincere potrebbe anche bastare, ma per governare un territorio ci vuole ben altro.

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